Affitto d'azienda
L’affitto d’azienda è un contratto sconosciuto al codice civile, talché, per assimilazione, si fa riferimento agli scarni articoli che disciplinano l’usufrutto d’azienda. Ne risulta una grande libertà contrattuale in quanto, gestiti i pochi vincoli previsti dal codice, il resto è frutto degli accordi tra affittante a affittuario.
Ed è proprio questo uno degli aspetti più complessi da gestire dal punto di vista professionale, perché la tenuta del contratto dipende dalla stratificazione di esperienze maturate sul campo per evitare di cadere non tanto in errori tecnici (sempre possibili) quanto in casi non previsti o i cui effetti sono stati solo parzialmente intercettati. Il contratto di affitto d’azienda presenta certamente dei capisaldi ma va poi confezionato su misura.
Il polso di tale incertezza lo offre la copiosa giurisprudenza che affronta il labile confine tra contratto di locazione di un immobile e affitto di azienda: distinguere le due ipotesi è più semplice in teoria che in pratica e le conseguenze tra tutele civilistiche e assoggettamento all’imposta di registro fanno la differenza.
In questo volume abbiamo cercato di avere un approccio concreto che, da un lato, faccia riferimento alle norme e alle istruzioni dell’Agenzia delle entrate e, dall’altro, affronti aspetti tangibili dell’affitto d’azienda.
Le problematiche contabili sono da anni oggetto di dibattito dottrinale con alcune incursioni da parte dell’Agenzia delle entrate che, anche recentemente, seppure incidentalmente con riferimento alla rivalutazione dei beni delle imprese, ha confermato la soluzione dell’approccio della “proprietà.
Anche per gli aspetti fiscali, dall’Iva alle imposte sui redditi e Irap, le asperità non mancano e un approccio ossequioso dei principi dettati dall’Agenzia richiede una efficiente organizzazione e rendicontazione che deve essere peraltro impostata sin dalla stesura del contratto, diversamente si rischia di trovarsi a navigare in un mare in tempesta sen