Diritto d’accesso dei consiglieri comunali e provinciali
È stato evidenziato che, nonostante un consolidato orientamento dottrinario e giurisprudenziale favorevole ad una incondizionata applicazione dell’art. 43, comma 2, T.U.E.L. sul diritto di accesso, si registrano, ancora oggi e con sempre maggiore frequenza, contrasti e dissidi tra le amministrazioni locali (comuni e province) e i consiglieri comunali e provinciali che, il più delle volte, sfociano in ricorsi giurisdizionali e, perfino, in denunce penali.
L’opera, grazie anche alla copiosa casistica riportata e ad una aggiornata rassegna giurisprudenziale, ha l’obiettivo di limitare lo spazio di discrezionalità decisionale degli uffici sulle istanze di accesso dei consiglieri comunali e provinciali, facendo venire meno le occasioni di conflittualità tra gli stessi.
L’adozione “doverosa” da parte delle amministrazioni locali di un dettagliato regolamento di accesso agli atti amministrativi contribuirà a rendere maggiormente proficui, e meno conflittuali, i rapporti tra chi è chiamato a governare la comunità locale e chi a svolgere un ruolo di indirizzo e di controllo degli organi decisionali dell’ente, favorendo, in tal modo, un sereno e produttivo confronto sui temi di interesse pubblico per la comunità amministrata.
Al fine di agevolarne la redazione viene riportato uno schema di “Regolamento per la disciplina del diritto di accesso dei consiglieri comunali e provinciali ai documenti amministrativi”, che tiene conto della più recente giurisprudenza non solo amministrativa ma anche civile, penale e contabile, nonché del “Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 luglio 2016” e del d.P.R. 12 aprile 2006, n. 184.
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